Salve, ecco a voi una mia FanFiction dedicata al videogioco "World of Warcraf" (sono fissata xD)per ora posterò solo il primo capitolo, perchè il secondo non l'ho ultimato per mancanza di tempo (causa pre-esame ed esame, che sta per arrivare) e per mancanza di idee xD ditemi cosa ne pensate. Purtroppo non sono una brava scrittrice e la storia sarà un po' povera di contenuti xD spero comunque vi piaccia. se volete, potete aiutarmi con qualche idea (soprattutto per il titolo) e, deciderò se prenderla in considerazione o no ^^ un'ultima cosa... non preoccupatevi della lunghezza ^^ tanto è tutto un "punto e a capo" xD
Buona lettura!
oltre a me, dietro allo sviluppo di questo racconto (e anche nel racconto), ci sono anche il mio ragazzo e mio fratello xD
Warcraft
Capitolo uno
Novità
Era una mattina d’estate e a Darnassus, la città degli elfi. Un bambino di nome Malstorm, si svegliò coccolato dal canto dei passerotti fuori dalla finestra della sua stanza.
Era un piccolo elfo di dieci anni. Aveva la carnagione rosea e capelli del colore del cielo. Gli occhi, com’era da caratteristica dei night elf, brillavano ed erano gialli.
Si alzò e andò in cucina, dove lo aspettava la colazione che le aveva preparato la madre, Sapphiry: un’elfa adulta di trent’anni circa, di carnagione rosea anch’essa, ma con capelli color argento legati in una coda lunga fino alle spalle. Il suo viso aveva un’espressione dolce. Gli diede il buongiorno e chiese:
- Tua sorella non si è ancora alzata? È proprio una pigrona. Vai a svegliarla per favore-. Malstorm un po’ scocciato si avviò verso la camera della sorellastra, deciso a svegliarla spaventandola. Apri la porta e la vide dormire beatamente, le si avvicinò e urlò:
- Nevy! Sveglia! -.
Nevy era un’umana di circa sette anni era stata trovata e allevata da quella famiglia di elfi, solo che non lo sapeva.
La poveretta si prese un colpo e quando vide l’artefice del suo brusco risveglio, urlò quasi in lacrime:
- Mamma! Mal mi ha spaventata! -.
- Vai sempre a piangere dalla mamma! Sei una mammona!- le urlò Malstorm. Per tutta risposta Nevy lo inseguì, finché non arrivarono alla cucina e la madre li fermò, afferrandoli per il colletto:
-Piantatela voi due, possibile dobbiate sempre litigare? Su, fate pace, sennò niente colazione-
-Ma mamma, ha cominciato lei- disse Malstorm con tono innocente.
-Non è vero! Sei un bugiardo!- replicò Nevy dandogli uno schiaffo nella spalla. Malstorm glielo ridiede indietro e ricominciarono a litigare. La madre si arrabbiò e urlò:
- Ho detto fate pace!-
I due si spaventarono e fecero pace, anche se Malstorm diede un’occhiataccia a Nevy.
Dopo colazione i due andarono in giardino a giocare, dimenticandosi della litigata avvenuta circa mezz’ora prima.
Qualche minuto dopo, i bambini videro in lontananza un carro a loro familiare e urlarono:
- Mamma, mamma, è arrivato papà!-
La madre si affacciò alla porta e, sorridendo, disse loro:
- E a quanto pare ha portato un ospite-
Il carro si fermò davanti alla casa e, assieme al padre dei due bambini: un elfo di pochi anni più grande della moglie, con la carnagione violacea, i capelli blu mare, lunghi fin sotto le spalle e il viso duro, che in realtà nascondeva un uomo buono e altruista, scese anche un umano con appresso il figlio.
Ghars, il padre di Malstorm e Nevy, si avvicinò alla moglie e le disse:
- Tesoro! Guarda chi è venuto a trovarci!-
La moglie esclamò rivolta all’umano:
- Ardh! Qual buon vento ti porta? - poi, rivolta al bambino: -Ciao piccolo Ezodar! Come sei cresciuto!-
Ardh, era un uomo della loro stessa età. I capelli erano color oro portati lunghi fino alle spalle e il viso, al contrario di Ghars, esprimeva bontà. E il figlio, Ezodar, era un bambino di otto anni, timido, che somigliava molto al padre e, anch’esso, con i capelli color oro.
- Mia cara Sapphiry, vento di novità! Da oggi in poi dovrò spingermi più spesso qui a Darnassus, per questioni di affari e quindi verrò a trovarvi!-.
-Ma è una magnifica notizia!- esclamò la madre dei bambini.
-Ovviamente potrai alloggiare da noi. Le locande oggi giorno sono costosissime!-
-Oh, non voglio creare disturbo...-
-Nessun disturbo, anzi saremo felicissimi di ospitarti, vero caro?-
-Sicuro amico mio- disse Ghars.
- Grazie infinite, ricambierò, promesso- disse Ardh ai due coniugi.
I tre bambini, sentendo il discorso degli adulti saltarono e urlarono di gioia. Erano felici di sapere che si sarebbero visti più spesso per giocare tutti assieme.
-Mamma, noi andiamo a giocare- disse Malstorm rivolto alla madre.
-Va bene, ma non allontanatevi e non uscite dalla città!- gli rispose lei.
I tre andarono a giocare nel piazzale quasi fuori Darnassus, dopo Warrior’s Terrace e, ad un certo punto, Ezodar disse con aria superiore:
-Sapete fare qualche trucchetto di magia?-
-Mio padre mi ha insegnato qualcosina- disse Malstorm, deciso a non farsi sottomettere.
-Io no- disse Nevy. -mi insegnate?- aggiunse, vogliosa di imparare.
-No!- disse Ezodar.
- E perchè?- gli replicò.
-Perché sei una femmina- aggiunse Malstorm.
-Ma non è giusto!- disse Nevy piagnucolando.
-Non sai usare la magia! Pappapero!- canticchiarono Ezodar e Malstorm prendendo in giro la piccola Nevy.
Nevy iniziò a piangere e corse a casa. Appena arrivata, entrò, e si butto tra le braccia della madre e le spiegò in lacrime l’accaduto. La madre la consolò dicendo:
-Tesoro, lascia perdere quei due stupidini. Dicono così perché sanno che noi donne, dopo che impariamo la magia, siamo le più forti e a loro questo non piace. Che ne dici se t’insegnassi qualcosa sulla magia?-
-Dici sul serio?-
-Certo vieni fuori. Posso insegnarti solo un piccolo trucchetto, però. Poi devo preparare il pranzo-.
Nel frattempo, Ezodar e Malstorm continuarono a fare piccole magie d’illusione, come: trasformare qualche ciuffo d’erba in fiori, far apparire delle orecchie da coniglio nella testa dell’altro, sospendere in aria oggetti come bastoncini di legno ecc…
Dopo un po’, Malstorm vide che non riusciva a superare il piccolo Ezodar che gli disse:
-Sono più bravo di teee!-
Malstorm, seccato da quell’affermazione ribattè facendogli la linguaccia:
-Non m’interessa! Tanto io da grande farò il cacciatore!-
-Io voglio fare il mago!- Gli disse Ezodar e continuò:
-Che creatura prenderai?-
-Non lo so. Forse un orso-
-Ma è gigantesco! Non hai paura?-
-No- disse Malstorm sicuro di se, aggiungendo:
-Se vuoi posso catturarne uno anche ora!-
-Ok, ti aiuto io!- lo incoraggiò Ezodar. Uscirono dalla città e si addentrarono nella foresta, allontanandosi sempre più.
Mentre camminavano, Malstorm guardava a terra cercando qualche impronta di orso; finalmente, dopo qualche minuto ne trovò qualcuna e decise, assieme a Ezodar, di seguirle. Le orme li portarono davanti ad una grotta gigantesca, non lontana dal Pools of Arlithrien dove, probabilmente, l’orso si sfamava.
-Wow! Ma… è una grotta gigantesca! Ci sarà un orso grandissimo!- esclamò Ezodar.
-Zitto Ezo!- sussurrò Malstorm, tappando la bocca all’amico -ho un’idea per catturarlo. Ma prima, ci serve un’esca-.
-Che ne dici di un pesce? C’è un fiume qui a fianco- Propose Ezodar
-Ottima idea! Con la magia per sollevare gli oggetti, ci riesci con un pesciolino?-
-Certo che sì!- rispose spavaldo il piccolo maghetto. Si avviarono al fiume e, come aveva detto, Ezodar riuscì a sollevare facilmente un pesciolino dall’acqua.
Lo portarono qualche metro vicino all’ingresso dell’entrata della grotta e, malstorm, fece una trappola con una corda magica creata trasformando dei fili d’erba con un incantesimo. Purtroppo, ciò che i bambini non sapevano, è che la corda che avevano trasformato, era stata creata con un incantesimo illusorio e che, quindi, non sarebbe riuscita a tenere un orso di quelle dimensioni. Mise la corda in modo tale che, appena l’orso gli avrebbe messo la zampa sopra, la corda si sarebbe stretta sulla sua caviglia e l’avrebbe trascinato con sé, appendendolo a un ramo.
-Ok. Ora non resta che andarci a nascondere dietro quei cespugli a aspettare che l’orso senta l’odore e si avvici…- non fece in tempo a finire la frase che sentì bramire l’orso dietro di sé e disse con voce flebile:
-è dietro di me, vero?...-. I due si voltarono e urlarono per il terrore, scapparono, ma, sfortunatamente, Ezodar finì nella trappola destinata all’orso e si ritrovò aggrappato al ramo a testa in giù -Voglio scenderee!! Aaah!!!- urlò. Ovviamente la corda era facilmente in grado di tenere un bambino della sua età. L’orso non si curò di lui e si scaraventò contro il povero Malstorm che, istintivamente, si coprì il volto con le braccia. Improvvisamente, dal terreno spuntarono delle robuste radici che bloccarono l’orso e lo fecero sbattere a terra. Malstorm, vide che il suo salvatore era suo padre accompagnato da Ardh e disse:
-Grazie papà, sei il migliore!-
Ghars, lo guardò con aria di rimprovero e non disse niente. Malstorm, capì che era molto arrabbiato e si limitò ad abbassare la testa.
Intanto Ardh, slegò e fece scendere il figlio; gli fece cenno di andare a fianco a Malstorm e, una volta che fu lì, Ghars, cominciò a parlare:
-Vi rendete conto di quello che avete fatto? Ci avete disubbidito uscendo
dalla città, vi siete inoltrati nella foresta, avete cercato di catturare un orso, che non aspettava altro che essere stuzzicato per potervi uccidere! Avete giocato con la magia… ora, non mi aspetto che Ezodar capisca, ma tu, Malstorm, quante volte ti ho detto di rispettare la natura?Di non giocare con gli animali? Di non addentrarti nel bosco e, soprattutto, di non disubbidirmi?-
-Tante papà...- Malstorm era sinceramente pentito e aveva i lacrimoni agli occhi, al contrario di Ezodar che piangeva, ancora scioccato da ciò che era successo.
-Pensi che mi diverta a sgridarti? Io lo faccio per il tuo bene!- sbuffò, poi mise le dita sulla fronte come per pensare, abbassò la testa e la scosse lentamente. Poi chiese rivolto hai due bimbi:
-Malstorm, Ezodar, siete sinceramente pentiti?-
-Sì- dissero insieme.
-Ok, allora ascoltate: non diremo niente, né a Sapphiry, né a Nevy? Intesi? Sarà il nostro segreto. Ci inventeremo qualcosa da dire tornati a casa-
I bambini annuirono con un cenno del capo.
-Ok, andiamo allora. Che il pranzo è pronto-
Salirono sul carro trainato da due tigri dai denti a sciabola e rientrarono in città per avviarsi verso casa. Una volta a casa, Sapphiry chiese il motivo della loro lunga assenza e, Ghars, abilmente, inventò una scusa valida. Intanto i bambini, in disparte, lontano dalle orecchie della donna, raccontarono a Nevy come Ghars li aveva salvati:
-Dovevi esserci Nevy! Abbiamo quasi catturato un orso, solo che ezodar è finito nella sua trappola e, papà, con una magia, ha afferrato l’orso, l’ha stordito e ci ha salvati!-
-è stato fantastico!- disse Ezodar aggregandosi al racconto di Malstorm.
Nevy fece un sorriso a trentadue denti, poi, incrociò le braccia e sbuffando disse:
-Uffa! Volevo esserci anche io!-
Sapphiry, li interruppe chiamandoli:
-Su bambini, a tavola!-
-Arriviamo!- esclamarono in coro.
La giornata passò in fretta, e verso notte inoltrata, tutti andarono a dormire.